domenica 14 settembre 2025

Se tutti i fili spinati




La meraviglia, con la speranza e l'educazione aprono la strada alla felicità. 

La felicità  nasce da quello che abbiamo dentro di noi, non dipende da quello che accade fuori di noi. 


Ho bisogno di tutto il tempo che ho per riuscire ad innamorarmi di tutto.

Sono i sogni il risultato dei miei pensieri o i pensieri il risultato dei miei sogni? 


Se tutti i fili spinati si trasformassero in rondini e prendessero il volo, saremmo tutti più liberi e più felici 


elisamazza

sabato 13 settembre 2025

Si inizia un giorno da un caffe




L’altro giorno ho chiesto a mia madre,

dopo quasi 60 anni di matrimonio:

“Mamma… sei ancora innamorata di papà?”

Mi ha guardato in silenzio, con quella faccia da

“come ti spiego qualcosa che si capisce solo con gli anni?”

Non ha detto nulla. Ha solo sorriso.

Ma quando sono arrivato a casa,

ho visto che mi aveva scritto questo:


“A volte mi chiedi se lo amo ancora… e sorrido.

Non perché la tua domanda sia sciocca,

ma perché l’amore, dopo tanto tempo,

non assomiglia più a quello che credi.”


Non sono farfalle.

Non sono fuochi d’artificio.

È radice.

È una certezza tranquilla che sostiene,

non un’emozione che scuote.


Non mi accelera più il cuore,

ma mi calma l’anima.

Non mi fa tremare le mani,

ma mi dà la forza di alzarmi ogni giorno.


Non ci sono sorprese,

ma ci sono rituali.

Il caffè alla stessa ora.

Le discussioni infinite su come appendere gli asciugamani.

Il modo in cui si avvicina in silenzio

e mi copre quando starnutisco.


Non aspetto più fiori né lettere.

Aspetto che mi ascolti quando mi fa male la schiena.

Che mi abbracci quando mi spezzo.

Che mi capisca quando nemmeno io riesco a capirmi.


E lui lo fa.

Senza rumori.

Senza promesse da film.

Semplicemente… c’è.


Amare dopo una vita insieme

è come avere un linguaggio segreto.

Un modo di guardarsi

che esiste solo quando hai condiviso lo stesso dolore,

la stessa stanchezza…

e la stessa voglia di continuare, nonostante tutto.


Quindi sì,

sono ancora innamorata.

Ma non dell’emozione dell’inizio,

bensì di tutto quello che abbiamo costruito nel tempo.


Sono innamorata della pace che mi dà il sapere

che, anche nella tempesta…

lui resta il mio rifugio. 🕊️

Un piccolo guasto




Talvolta  bisogna  saper far spazio ad un piccolo guasto nascosto,  a qualcos'altro che probabilmente  esisteva già  all'inizio,  a certi sentieri  del silenzio e cercare di restare  malgrado tutto ,   mentre  il mondo  corre .

Neppure  il rimorso  più  profondo  possiede la forza di piegare il tempo e riscrivere ciò  che è  stato .

Penso  che il dono più  grande che puoi farti è  quello di costruire un presente  privo di rimpianti .

Lascio a gli altri i tumulti del cuore .

Io ho bisogno  di un battito  lento e regolare,  per capire  e per andare in profondità. 

C'è  un tempo circolare in cui i , confini degli anni svaniscono  , dove infanzia la maturità   si incontra con la pienezza  dell' esperienza che   si fonde con la coscienza  bambina .

È  proprio  in quel passaggio  che ci si scopre consapevoli  di quanto  sia piacevole,  semplice e sommessa,  la gioia di vivere..


8* giorno di ricovero .

.

(Carlo Alberto Polverini)

venerdì 12 settembre 2025





"È poi viene notte e viene piano, e viene buia.

Porta un grido: "Pace!"

Solo gli insonni la odono, mentre i dormienti sparano ai sogni.

Non tutto tace: un bimbo getta calce sul fiume, vuole un ponte, vuole scappare.


E intanto l'indifferenza tace ancora...

E la notte inghiotte tutto, tranne il grido del bimbo."


Brunetta Sacchet 🌹 

 



A volte si riescono a sentire le ossa che si  sforzano sotto il peso 

di tutte le vite che si stanno vivendo. Basta non esagerare: 

una sola vita per me è già uno sforzo terribile. Ma quale sarà la differenza? 

Tante vite, una diversa dall'altra o una sola vita ma piena di cose, 

le più diverse. Amare qualcuno che non ti ricambia è come 

abbracciare un cactus: più lo tieni stretto, più fa male. 

Il passato è un'àncora che ti trattiene: devi lasciar andare 

chi eri per diventare, chi sarai. 


E.Mazza

L' attesta

 




10 giorno di ricovero  in ospedale. 





Trovo che l'attesa sia pur sempre un veleno lento...

Ovviamente non uccide mai del tutto, ma intossica ogni tuo più  sano pensiero.

Da qui puoi realmente  vedere  la bellezza unica, quella di chi indossa la propria eleganza e dignità malgrado la solitudine e il dolore...

Di conseguenza è come sé fosse una stella che continua a brillare nonostante  il vuoto intorno...

Da qui vedo e immagino tutte le cose che mi piacciono: la luce pallida delle nuvole incerte, il canto delle poiane che svolazzano in cielo, le foglie che ingialliscono sui rami degli alberi, l' Ave Maria di Schubert  e la sincerità di certe lacrime... e poi immagino le fotografie  ingiallite, le pietre sommesse, le case abbandonate, i treni dismessi, le cancellate arrugginite, i carillon di luce sgranata nei lampioni nelle notti di fitta nebbia...

E mi ritrovo qui, soltanto qui, sospeso nell'adesso, né prima ,  né dopo, ora.


      (Carlo Alberto Polverini)





Empatia

 



COS'È L' EMPATIA?


L’empatia è non svegliare chi sta sognando.

Alcune speranze sono fragili

alcune illusioni servono per respirare.

Non tutto va spezzato

non tutto va riportato alla realtà.


L’empatia è capire la stanchezza.

Non dire “passerà”

non dire “fatti forza”.

Dire: siediti

ci sono giorni in cui bisogna fermarsi.


L’empatia è sapere che alcune cicatrici hanno voce.

Alcune parlano piano

altre urlano nella notte.

Ascoltarle, senza cercare di cancellarle.


L’empatia è non giudicare la lentezza.

Alcuni arrivano tardi alla felicità

alcuni impiegano secoli a fidarsi.

Bisogna aspettarli senza fretta.


L’empatia è accorgersi della fame invisibile.

Non solo di pane

ma di sguardi, di mani, di presenza.

Alcuni muoiono senza mai dirlo.


L’empatia è un battito di ciglia.

A volte basta quello per dire “ho capito”

senza una sola parola.


L’empatia è non avere paura di amare.

Sapere che forse non sarà ricambiato

che forse sarà ignorato

che forse farà male

ma amare lo stesso

perché è questo che ci rende umani.


L’empatia è essere un porto.

Non una prigione, non una catena

ma un luogo dove si può arrivare

dove si può partire

dove si può restare

senza dover chiedere il permesso.


L’empatia è il contrario del giudizio.

Non è dire cosa andrebbe fatto

non è misurare il dolore

non è spiegare come si sta al mondo.

È dire: se vuoi, sono qui.


L’empatia è non avere paura della nudità.

Mostrarsi senza corazze

senza vernice, senza luci di scena

per dire all’altro:

possiamo essere fragili insieme.


L’empatia è prestare il proprio sguardo.

Far vedere all’altro

che esiste ancora un orizzonte

che c’è sempre un punto

dove il cielo si apre.


L’empatia è tenere stretto un filo invisibile.

Anche quando l’altro si allontana

anche quando non risponde

anche quando sembra aver dimenticato

che c’eri.


L’empatia è l’arte del non invadere.

È essere porta socchiusa

mai muro, mai sbarra

mai chiave imposta nella serratura.


L’empatia è guardare con occhi nuovi.

Sentire il peso di una giornata

nelle spalle di uno sconosciuto

vedere la stanchezza

nelle mani che reggono 

una busta della spesa.


L’empatia è bussare piano.

Sapere che ogni anima è una casa

e non tutte vogliono ospiti

non tutte hanno stanze libere.


L’empatia è abbracciare con tutto il corpo.

Non solo con le braccia

ma con il respiro, con il tempo

con la voglia di far sentire all’altro

che non è mai troppo tardi 

per essere accolti.


L’empatia è passare una mano 

tra i capelli di chi ami.

E farlo come se stessi sistemando 

qualcosa nel mondo

come se un gesto semplice potesse

rimettere in ordine anche un giorno difficile.

A Faber

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