domenica 3 giugno 2012

A mio padre


Ero bambina, correvo, saltavo, giocavo,
ti guardavo,
ero felice!
Ero ragazza, tu andavi e tornavi dalle strade del mondo, io ti guardavo,
ero felice!
Poi, con gli occhi di donna ho visto arrivare l'autunno nella tua vita...
Tu,
con la tua allegria mi rassicuravi, ed io,
ero felice!
Ma un giorno,
anzi una notte, ti sei vestito d'inverno...
quanto freddo nella stanza,
ho cercato tutt'intorno....
Dov'era il tuo calore?
Dov'era il tuo sorriso?
Ovunque, inutilmente  ti ho cercato...
Quando poi tutto era finito e,
sono rimasta sola, sola con i miei ricordi,
dai miei occhi,
quei occhi che ti hanno tanto guardato,
sono scese delle lacrime calde e silenziose.
Ecco dov'eri...
eri nei miei occhi
e nel mio dolente cuore!
Mandj.
        (Brunetta 2007)

5 commenti:

  1. Ogni persona è UNICA, UNICO è il dolore per quella persona: il dolore è la parte viva di lei in noi...un tutt'uno con i ricordi....

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  2. Persona Unica: certo, non ci sono copie uguali;
    Dolore unico: ognuno sa del suo in modo concreto quello degli altri lo suppone senza averne una precisa entità; dolore vivo: rievocando ricordi penosi si ridesta, in "lei e noi", in modo differente per le ovvie sensibilità soggettive. Petra

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  3. Bellissima poesia,ciao Rosella.

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  4. Qui dimostri tutto il tuo amore verso a un papà veramente in gamba.sentiamo tutto il dolore che ce in te .il ricordo dei nostri quando sono in cielo ci fan tornare in mente i momenti piu belli passati con loro e ci porta dolore,rabbia a volte,ma il tempo passa.complimenti...brava

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