Ci sono dei momenti in cui smetto di scrivere,
si tratta di quei pezzi di vita in cui bisogna vivere,
vivere e basta.
Mangiare attimi, assimilarli e formare con essi energia dell’esistenza.
[...] Essere Padre, che magnifica esperienza!
Una mamma ha un legame di natura a suo vantaggio, ha nove mesi a disposizione per essere UNO insieme al suo bambino, per conoscersi, sincronizzare battiti e umori.
Un Padre invece ha una voce, una carezza, una speranza… elementi tutti separati al inizio da un velo, uno strato, una piccola distanza.
Un padre nel rapporto con suo figlio ha da ridurre lo spazio e da costruire piano piano un ponte, fra sé e la piccola nuova vita, come facevano le nonne ferro e lana, maglia dopo maglia, la tela della fiducia, del rispetto, dell’amore reciproco.
La responsabilità di quel piccolo esserino è pesante ma sul piatto della bilancia nulla batte quell’ immensa gioia di un primo sorriso, dello sguardo felice, dell’innocenza di un figlio, tra le nostre braccia. [...] e allora in questi momenti non scrivo, ma vivo, vivo, vivo tutta l’emozione che c’è!
Ci sono dei momenti in cui non devi pensare al tempo che passa, ma solo immagazzinare nella mente i momenti più belli, quelli che non ritornano più.
Anton Vanligt
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