martedì 19 ottobre 2021

Tera & Aqua


 


Da

Pier-Angelo Piccolo ( che mi scrive da una terra senza connessione).


Haynuk, un bambino che vive a Nunavut, una delle Province del Canada, all'estremo Nord del paese e in un villaggio di ghiaccio, mi viene incontro, insieme ad altri bambini Inuit


Lassù, nei grandi territori ghiacciati, se guardi sotto di te, ti appare il mondo intero: i grattacieli delle grandi città e, poi giù, fino al verde mare smeraldo dei Caraibi.


Se guardi sopra, vedi la fredda calotta polare e, su di te, scoprirai l'Universo di stelle, così limpido e intenso, che ti sembrerà di esserci caduto dentro.

E il tutto è reale.


Il maestro mi presenta e dice loro:


"Questo signore viene da una città lontana, immersa nel cielo e nell'acqua."


Al sentire il nome di quella città, i bambini si elettrizzano:

"Non esiste"

Urla uno dei piccolini.

Gli altri lo zittiscono.


"Ma è su questo mondo?"

Chiede uno.


"Certo, da dove credi che venga?"

Rispondo io.


Il bambino alza il nasino e indica le stelle.


"L'abbiamo sentita nominare dal nostro maestro. Allora voi camminate nell'acqua?"


"No, ti confondi.

Fu un altro a camminare sulle acque e solo Lui lo può fare.

 Come voi camminate sul ghiaccio"


"Raccontaci..." il maestro mi pregò.


"Dicci com'è la tua strana città tra Terra e Acqua e Cielo.

 Io ne ho parlato a loro, ma non l'ho mai vista."


Seduti sul ghiaccio, come sanno fare solo loro, bambine e bambini Inuit tenevano gli occhi neri sbarrati e la bocca aperta, nutrendosi del mio racconto.


"Vedete ragazzi, non è facile spiegare il fascino di una città che per molti non esiste, come ha detto prima il vostro compagno (che adesso era seduto in prima fila, con la bocca più aperta di tutti).

Anche io, che ci manco da tanto, faccio fatica a credere che esista.


È come una città del Canada, come le altre nel Mondo.

Solo che...


... ha le strade che sono canali che la percorrono tutta.

Le macchine che attraversano queste strade, sono barche robuste e, a volte, si guidano stando seduti dietro.


 I distributori di benzina si affacciano sulle onde e, mentre si fa il pieno, la barca balla, come se provasse gioia nel bere e godimento.


Queste strane automobili non circolano sui ponti, ma ci passano sotto e, sopra, ci passa la gente a piedi.


Sì, la gente passeggia per la città.

 Se, poi, deve attraversare l'autostrada principale, cioè il Canal Grande, sale su una barca nera e più traballante di tutte, chiamata "Gondola", perchè dondola come le altalene.


Oppure, lo fa scalando immensi ponti, a fatica, come affrontasse un'alta montagna.


Camminando per la città, ti vengono tra i piedi piccioni pigri che, pur possedendo le loro ali, volano il meno possibile e ti vengono vicino per farti inciampare.


Nessun uccello vola in questa città ma, se alzi gli occhi al cielo, sull'alto dei palazzi antichi, vedrai volare tanti leoni con grandi ali.


Uno scrittore straniero, tanti anni fa, li notò e disse che qui, tutto va al contrario.

Questa città lo fece diventare pazzo e innamorato.


E poi, a una certa ora, udirete suonar le campane, accorgendovi di quante Chiese ci siano tutt' attorno: più di quante ne esistano da qui a Toronto o a New York."


Al suono dolce e severo e festoso di quei rintocchi, i pigri piccioni si alzeranno all'improvviso, tutti assieme e voleranno qua e là, come a cavalcare quella vibrazione, un po' come fanno, spesso qui da noi, gli Angeli del cielo."


Non parlai più.


Sentii un silenzio di intontimento intorno a me, alcune bocche, troppo aperte, sbavavano.


 Gli occhi scuri e vispi degli Inuit  piccolini, stavan rivolti alle stelle dove, ne erano quasi convinti, ci fosse stata la città strana e magica di Venezia.


Pier-Angelo Piccolo

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