Il sasso,
supplicò di non essere più lanciato.
Purtroppo,
la mano annoiata non volle ascoltare...
Chiese allora al lago
di farsi secco come antica miniera,
sarebbe bastato un attimo,
per confondersi tra pietre imponenti.
Ma questo non lo volle esaudire,
gli interessava solo immolarsi nello specchio del cielo.
Si rivolse sconsolato al sole,
ed egli impietosito lo volle obbedire.
Si nascose dietro un nero temporale,
così la pioggia lì venne tutti a bagnare.
La mano annoiata
tutta inzuppata corse verso casa,
inciampò in un bianco sasso,
uno simile ai tanti che aveva lanciato.
Il suo lamento rimbalzò nell'aria
e poi cadde in cento cerchi nel lago,
ingoiati uno ad uno
dai buchi dell'acqua,
quelli che fece il sasso,
lanciato da mano svogliata.
A sera quando il mondo riposa,
la voce si muta in preghiera,
chiede perdono per la noia,
per la pigrizia,
per ogni guerra che si cela nel cuore.
Fu così
che imparò,
non lanciò più sassi,
fu così
che scrisse lungo la via una poesia,
lunga come il tempo di questo racconto.
Un percorso di umili passi,
quelli che bramano camminare seguendo orme di pace.
Brunetta Sacchet🌹
Bellissimo racconto , sicuramente ispirata in un giorno trascorso in riva al fiume..bravissima!
RispondiEliminaTi ringrazio per la tua gentilezza, buona giornata a te e famiglia.
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