Era Maria.
Era minuta e bruna, era Maria,
quella con cui divisi un gran dolore,
fu lei che m’insegnò cos’è l’amore
nel tratto buio di una lunga via.
Parrebbe un’invenzione, fantasia
che dura poco più di qualche istante
nel cuore di un poeta delirante
a cui è rimasta solo nostalgia.
Fu invece tempo vero, fu magia
che dispensò carezze, e il mio livore
si dissolse come ombra nel pallore
di un’ aurora che sorge, e lì fu mia.
Maria, minuta e bruna, ha l’andatura
di una pernice svelta che guadagna
lo spazio più sicuro e la radura,
vicino al bosco che l’avrà compagna.
Maria vive nel diario dei miei giorni
come folata tiepida d’aprile
da cui attingo l’empito febbrile
per dire in versi: “...ma perché non torni? ”.
Gesuino Curreli
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