Ti ricordi, era settembre
rocce nere di vento
capelli bagnati
fiori di sale
caleidoscopici ardori
lasciati cadere
come petali aspersi
su piedi dipinti
colava sangue
io lo sentivo.
Ricordi
la quiete frattalica
di un delirio annunciato
scritto nei flutti di mille odissee.
Eppure eravamo ancora noi
con i nostri nasi appuntiti
le guance rosee
e il sorriso di sempre
inconsapevoli
come lavatrici attente
a non danneggiare i colori.
E mi sorridevi sbiadito
con in pugno la sabbia
di un’inesorabile clessidra
mascherata di blu
Orchidea di nuvole
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