domenica 26 dicembre 2021

LA CASA DEI POVERI RICCHI



 

di Pier Angelo (Piero) Piccolo.

       


   Mister James Triumph, un signore ricco e molto potente, possedeva una fabbrica di pezzi meccanici che dirigeva personalmente, in uno sperduto paesino, situato nel paese piu' potente al Mondo.


Tra i suoi lavoratori,  c'era un tizio strano che lo incuriosiva particolarmente.


Questi, lavorava in silenzio e non dava confidenza a nessuno.

Tutti dicevano che era l'operaio piu' povero e piu' disperato della fabbrica e anche della citta'.


Il padrone lo seguiva sempre, gli metteva tristezza guardarlo, sebbene gli suscitasse una certa, indefinibile ammirazione.


L'uomo possedeva un qualcosa di strano, di etereo, che aveva affascinato il ricco padrone.


Questo povero operaio viveva in una casetta lì accanto,  che veniva definita "stamberga" dal vicinato, ma che affascinava, di molto, mister Triumph.


Un giorno, il padrone avvicino' l'uomo, che sembrò sorpresissimo di questo fatto.


"Sai - gli disse - sono fiero che tu lavori con me, sei bravissimo e mi sembra strano che tu sia sempre povero."


L' uomo rispose soltanto: 


"Grazie."


"Avrei un desiderio, una piccola curiosità da proporti."


L'operaio continuava a non capire.


"Vorrei visitare la tua casa, vedere come vivi. Non sei mica obbligato, ma per me sarebbe un grande piacere."


I due si accordarono per la visita della casa, decidendo di andarci dopo la fine del turno di lavoro.


Arrivati alla soglia, il padrone si accorse, con sommo e ammirato stupore, che la casa possedeva un giardino magnifico, con fiori colorati e piante di ogni specie, varieta' di farfalle e api intente a produrre un miele speciale.


 Poi tanta, ma tanta uva.


L'operaio aprì la porta e mister Triumph restò senza fiato: Il salottino d'ingresso era pieno di quadri magnifici, di valore immenso,  così pareva.


Erano firmati da nomi di pittori eccezionali, vissuti nei vari secoli della Storia: di certo i migliori al mondo.


Ma il suo stupore arrivò al massimo, quando si aprì la porta della cucina: gli aromi e gli odori che si confondevano lo fecero trasalire.

La tavola, imbandita lussuosamente, sembrava quella di un Re medievale . . . 

      

   


  ... Il padrone, appena seduto al tavolo del suo servo, si trovo' davanti a un piatto pieno di ogni sorta di ben di Dio: Speck di alta  montagna, dei pascoli trentini, formaggi freschi e profumati, pomodorini e carciofi speciali, funghi porcini in olio di oliva verde pugliese, mozzarelle di bufala campana attorcigliate, olive verdi, nere, taggiasche, piccole, grandi, di ogni tipo.


Ma questa meraviglia non era che un piccolo antipasto.


 Il povero lavoratore, intanto, stava cucinando il sugo e, rivolto al suo padrone, disse:


"Si serva pure, mister Triumph, adesso le porto la pasta fatta da me, da gustare con un ragu' alla bolognese veramente eccezionale."


Aprì una bottiglia di Prosecco di Treviso a temperatura ideale e la versò nel meraviglioso bicchiere di vetro di Murano, al suo potente signore.


Dopo avergli servito gli spaghetti, ci spolverò sopra del Parmigiano Reggiano grattugiato e versò un goccio di olio di oliva verde e denso.


Il ricco industriale penso' tra se' che, pur possedendo bilioni di dollari, non era riuscito a mangiare altro, nella sua vita, che burger e chicken nuggets o fish and chips, trangugiando solo della frizzante coca cola.


Poi arrivo' l'arrosto in umido e la polenta. 

Con la polenta, altri funghi  e contorni misti.


I dolci che seguirono furono eccezionali: baba', meringhe con panna, tiramisù, cioccolatini artigianali e poi caffè e liquori digestivi con erbe e limoni.


Il ricco padrone non riusciva più ad alzare il sedere da quella sedia in legno intarsiato.


"Ma voi mangiate sempre così?" Chiese.


"Certo, ci piace mantenerci in salute e in forma." Rispose l'artigiano.


"Ma, in questa casa vive da solo? Non ha figli?" 

Chiese il padrone


"Sì, ne ho tanti - rispose il povero migrante - sono tutti in giro per il mondo a preparare il pane con le loro mani, a produrre e a imbottigliare vini, a diffondere Cultura, a fare ricerca e nuove scoperte scientifiche, a costruire strade, a progettare grattacieli, a edificare nuove citta'."


"Venga a vedere il resto della casa, mister James Triumph." 

Gli disse, conducendolo in un altro salottino.


L'uomo potente restò sbalordito:

Poteva ammirare, davanti a sè, una enorme biblioteca, libri di ogni genere.

Vi si avvicino' e lesse alcuni nomi di Autori:

Machiavelli, Dante, Boccaccio, Petrarca, Goldoni, Deledda, Pirandello,  Calvino, Moravia e altre migliaia di scrittori meravigliosi e ammirati in tutto il mondo.


Vide, ancora appesi, altri quadri firmati da pittori eccezionali:

Caravaggio, Botticelli, Tintoretto, Canaletto, Modigliani, Tiziano, Guttuso .... e intanto la testa cominciava, pian pianino, a girargli attorno.


 Forse effetto del Prosecco o forse qualcosa d'altro.


L'operaio accese una radio.

 Ne uscirono melodie inebrianti, musiche di Vivaldi, Rossini, Puccini, Toscanini e, quando udì le note di Giuseppe Verdi, iniziò a volare ... sull'ali dorate.


Il padrone di casa dischiuse un'altra porta, entrarono in una stanza enorme, Triumph si trovò davanti agli occhi un soffitto sublime, una volta celeste contornata da stelle meravigliosamente brillanti: un'opera del genio di Giotto poi, vicino, un fantastico affresco del Giudizio Universale, Michelangelo e poi Raffaello e poi e poi ....

 ....mister Triumph cadde a terra.


 Il suo dipendente lo aiutò ad alzarsi, cadde ancora.


L'ospite cercò di scappare come impaurito , incespicò  in statue e opere del Canova e ancora del Michelangelo e reperti di Civiltà antichissime, umbre, sicule, etrusche, messapiche, picene.


Lassù, un lampadario di Murano in coloratissimo vetro soffiato, una vera opera d'arte, che Maraja e Mandarini e Sceicchi e  potentati della terra glielo avrebbero rubato, stava lì a illuminare la casa già luminosa.


Triumph scappò, pensando che, se non fosse fuggito ora, non se ne sarebbe più andato via da quella casa meravigliosa.


Uscì stordito da tanta bellezza.

 L'operaio povero lo stava a guardare dalla finestra.


"Ma perchè tutti dicono che sei povero?"

Urlò il ricco padrone, voltandosi indietro.


"Lo chieda, lo chieda a loro, mister Triumph."

Rispose l'operaio povero, il signor Giorgio Santini, il fortunato proprietario di CASA ITALIA, 


quella casa che, tutte le genti del mondo, gli invidiano, sapendo che non riusciranno mai, nei secoli, ad imitarla.


Quella casa che i vicini, rozzi e ignoranti e miseri, definiscono: "stamberga."


Pier Angelo (Piero) Piccolo


Cari signori,

La morale della favola di Giorgio Santini, operaio povero, è che sia lui, che gli altri padroni di 

CASA ITALIA, 


hanno dimenticato la loro Storia, la loro Cultura, la loro bellezza , hanno scordato il loro genio e la loro ricchezza morale, vivendo in sordina come poveracci, senza speranza e sottomessi a dei padroni mille volte meno dotati di loro.

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