mercoledì 12 ottobre 2022

Estratto da "Pillole di saggezza" di Silvio Espositi

 Buongiorno a tutti voi. Oggi vi lascio il pensiero di Amos Oz,: "Quand'ero piccolo, da grande volevo diventare un libro. Non uno scrittore, un libro: Perché le persone le si può uccidere come formiche. Anche uno scrittore, non è difficile ucciderlo. Mentre un libro, quand’anche lo si distrugga con metodo, è probabile che un esemplare comunque si salvi e preservi la sua vita di scaffale, una vita eterna, muta, su un ripiano dimenticato in qualche sperduta biblioteca, a Reykjavik, Valladolid, Vancouver. Se capitò due o tre volte che non ci fosse abbastanza denaro per comprare il necessario per il Sabato, mamma guardò papà e papà capì che era arrivato il momento di scegliere la vittima sacrificale. Subito dopo, andava nell’armadio dei libri: era un uomo di principi, e sapeva che il pane veniva prima dei libri e che il bene del bambino veniva prima di tutto. Rammento la sua schiena curva mentre passava dalla porta con tre o quattro amati tomi sotto il braccio, diretto con il cuore infranto al negozio del signor Meyer, a vendere qualche prezioso volume, come fosse stato un taglio della sua carne. Capivo il suo dolore: papà aveva un rapporto carnale con i libri. Amava toccarli, frugarli, accarezzarli, annusarli. In effetti, i libri di allora erano molto più sexy di quelli di adesso: c’era di che annusare, accarezzare, tastare."



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