per salire in ascensore
e con un pulsante, pensare
di sapere dove andare,
le vetrate
targhe dorate sulle entrate;
ci pensiamo così libere
senza capire, sentire
che la sottomissione
per tante, è stata è
la loro prima
missione. Libere
dentro un pasto già pronto
ma libere di non sapere più
dove nasce quella porzione
di cuscus. Ci pensiamo
così libere
sì, dal fare le pulizie
nemmeno con i guanti
libere, si pensa dagli altri
dai padri, i salari,
da come ci guardano
le madri; libere, ci piace pensare
dall’infondata, ma consacrata
vergogna
di essere nate con un foro di “donna”.
Sì, pensiamo di essere libere
dal giudizio, dai maschi
mai state così libere, però
di non mostrare i capelli
quando diventano bianchi.
*Le poesie sull’attualità hanno breve vita. Questa è una di quelle. A me non piace molto questa poesia, ma quando l’ho scritta sentivo dentro verità e passione. Magari vivrà per un periodo, magari per qualche giorno o forse morirà entro sera.
Oggi sarò a Cazzano di Tramigna per l’ottobre rosa. Leggerò poesie, accennerò alla passione che ho messo dentro il libro, ma non parlerò di donne, se ne parla già troppo, parlerò invece di gentilezza e di amore. Due bombe meravigliose che possono essere lanciate dalle femmine tanto quando dai maschi, capaci di convertire alla vita anche i morti.
Francesca Bottari
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