È vero, non ci siamo mai incontrati davvero, eppure l’idea di te ha il sapore delle cose rare: non si afferra, si assapora.
Certe attese non si consumano in fretta, si fanno languore — come un frutto maturo che non cade, ma invita.
Sul più bello, dici…
E io che già ti sentivo aprirti piano, come una parola sussurrata all’orecchio, una promessa che pulsa sotto la pelle.
Poi, il mondo: la pioggia, la biancheria, la vicina. Tutto a ricordarmi che il desiderio si nutre anche d’interruzioni.
Ma ora che sei tornata, senza fretta e senza veli, lasciami finire ciò che avevo appena iniziato:
un tocco lento, una voce che si infila dove non dovrebbe, un pensiero che ti morde e scappa.
Perché il piacere, quello vero, è come un buon cibo: si gusta con le dita, si lecca piano… e finisce troppo presto.
Panta Rei
( Foto dell' Autore)
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"Sussurri nell'ombra."
È vero, non ci siamo mai incontrati davvero,
eppure l’idea di te ha il chiaroscuro dei sogni rari:
non si prende, si sfiora nell’ombra.
Ci sono attese che non bruciano in fretta —
si distendono nel silenzio come velluto sul letto:
non chiedono, invocano.
Sul più bello, dici…
e io già ti sentivo dischiuderti lieve,
come una notte che si spalanca tra le ciglia,
come una voce che trema sul bordo di un sogno.
Poi il mondo si intromette:
la pioggia che batte piano,
una luce che filtra dalla finestra,
la vicina che parla troppo.
Tutto a ricordarmi che il desiderio
ama i disturbi,
ci danza intorno come falena alla fiamma.
Ma ora che sei tornata,
senza fretta, senza veli,
lasciami finire ciò che l’alba aveva interrotto:
un tocco che conosce la strada,
una parola che sfiora senza dire,
un pensiero che si infila tra le lenzuola e resta lì,
a mordere piano, come un ricordo che sa di pelle.
Perché il piacere, quello vero,
non si annuncia: si sussurra nel buio,
si gusta con le labbra socchiuse,
e svanisce —
come l’ultima stella, quando il giorno inciampa.
* Panta Rei *
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