martedì 15 ottobre 2019

Il Grande Castello


Capitolo ultimo





Siamo come le lucciole
Gran finale
Soluzione del mistero








Sbirciando attraverso la fessura che si era formata nel finestrone, Samuele scorse, con raccapriccio, che una zona del maniero, quella già in parte diroccata, stava andando velocemente a fuoco.
Roberto realizzò, solo allora, che il monaco gli era misteriosamente sparito tra le mani, come fosse stato un’anguilla.
Dove s’è cacciato? Come avrà fatto a dileguarsi se tutte le porte sono state bloccate? - pensò ad alta voce – di qui è impossibile uscire.”
Di uscite ce ne sono tante altre, ve lo dico con certezza – affermò Angelo – Il falso monaco è pratico di tutti gli impianti di sicurezza e conosce questo castello, o per meglio dire, questo labirinto, pieno di varchi, passaggi segreti, usci oscuri, più di quanto lo conosca io stesso che ne sono il custode ed il guardiano. ”
Ma, a questo punto, entrò in scena Ugo (e chi se lo sarebbe aspettato), si armò di una chiave ed aprì la porta che dava sulle scale.
Seguitemi – disse agli ospiti con una flemma che pareva, in quegli attimi, perduta da tutti – scoprirete la verità.”
Lo disse quasi cambiando voce, come se stesse per rivelare qualcosa che, prima di allora, si era divertito a nascondere a tutta la comunità.
Forse era proprio lui il depositario di un qualche oscuro segreto. Ma cos’è che ci aveva nascosto quel caro signore?


Da una porta dello scantinato al piano basso, che si era pensato fosse un magazzino vivande e almeno così continuavano a credere tutti quanti, uscivano fuori rumori insistenti, tanto che ognuno dei presenti, ad esclusione di Ugo, mostrava una faccia pallida di terrore.
La porta venne aperta con gentilezza e apparve, alla piccola comunità accorsa lì sotto, un bambino seduto sul suo letto, il giaciglio in cui era stato disteso dai suoi soccorritori che lo avevano creduto privo di vita.
Il piccolino sorrideva, mentre stava terminando di mangiare qualcosa.
Vicino a lui, su un comodino, alcuni libri a fumetti e una scatola di cioccolatini, degli snack . In alto a destra, un televisore al plasma ultrapiatto trasmetteva programmi per bambini ed era collegato con un sistema multiplo di videogiochi.


Appena lo vide, Serena sbiancò (nel modo in cui un africano può sbiancare) strinse gli occhi come per vederci meglio e, dopo aver pronunciato il suo nome: “Marco!”, barcollò, come per svenire.
Ciao, mamma - disse il pupo con gioia - finalmente sei arrivata, cominciavo a stancarmi.” La donna lo abbracciò che pareva soffocarlo. “Sei vivo, mio tesoro – disse – allora Dio esiste sul serio.”
Gli ospiti, che prima erano solo spaventati, cominciarono ad abbracciarsi tra di loro. In quel momento non sapevano se sentirsi commossi, stupiti o, come negli show televisivi di basso ordine, soltanto gasati. Chissà quale altra terribile cosa stava succedendo, pensarono tutti quando, ad un certo punto, si sentì arrivare, da fuori, una specie di carica di bufali.
Uno show televisivo?” Cominciò, pian pianino a chiedersi qualcuno. I ragazzi si guardavano tra loro.
Infatti, per chi non lo avesse capito, eravamo proprio in uno show.
Questa è roba da matti.


Perciò, dopo l’abbraccio tra madre e figlio che suggella ogni forma di reality televisivo, il magazzino o, se preferiamo, lo studio TV , fu invaso da una mandria umana formata da innumerevoli cameraman, fotografi, tecnici delle luci, dirigenti televisivi e vecchie star.
Ecco chi produceva tutti quei rumori sospetti e quei sinistri scricchiolii, ecco chi aveva provocato quel flash (fotografico) che aveva illuminato la mente di Angelo.


In quel mentre, cigolando, si spalancò l’ennesima porta segreta del labirinto misterioso che si era rivelato essere il castello di san Salvatore. Si trattava di un ingresso seminascosto, situato dall’altro lato dello stanzone: v’entrò un bell’uomo che presentava, nell’aspetto, un qualcosa di familiare.
Serena lo vide e svenne, precipitando a terra. Stavolta, nessuno riuscì a reggerla.
Questo è Luigi – affermò Ugo – cioè il monaco senza la barba bianca e senza il saio. Cioè il fidanzato di Serena ed il papà del bambino che noi tutti credevamo trapassato.”
Luigi aiutò il suo amore a rinvenire. A dare le spiegazioni ci pensò Ugo che, assicurandosi che l’ora dello spettacolo televisivo in collegamento diretto fosse arrivata e verificandolo con uno sguardo al polso sinistro, iniziò, solennemente, a parlare.
E’ giunto il momento di raccontarvi tutta la verità”, disse. Mentre parlava coglieva , attorno a sé, solo sguardi perplessi. Prima di cominciare, però, sembrò sistemarsi una specie di microfono che teneva dietro ai pantaloni.


Ugo, dirigente televisivo, era già in contatto audio e video con una entusiasta e fibrillante Barbara D’Urso (la bella e gentile presentatrice) che, evidentemente, era la madrina del programma cui i ragazzi (e Angelo) avevano partecipato, pur senza esserne stati messi al corrente.


Siete stati molto bravi, ragazzi – affermò, dallo schermo, la viva voce di Barbara - Lo spettacolo è andato a gonfie vele. Avete partecipato alla prima puntata del reality:
la fine del mondo”,
uno show seguito in diretta dalle televisioni di tutto il pianeta e questa … non è altro che la casa de
Il Grande Castello
(ne seguì una musica forte ed accattivante). Se vi guardate attorno, noterete che questo studio è pieno zeppo di videocamere e di microfoni, qualcuno è installato anche su di voi.”
Nessuno reagì o profferì verbo, ma tutti parvero più che felici a questa bella, meravigliosa, stupefacente notizia. Qualcuno, dalla gioia inaspettata e dall’emozione che si prova nello scoprirsi all’improvviso in diretta tv, si fece la pipì addosso.
Serena, che sembrava la più sbigottita, chiese: ”Ma come avete fatto a trovare Marco e come è riuscito a farsi credere morto?”
Niente di più facile” continuò Ugo, e proseguì il suo strano racconto: “Luigi, dalla cella in cui era stato rinchiuso da Angelo, che lo credeva un eremita, evase facilmente e andò subito, con le movenze di un gatto, a prelevare il bambino (era stato portato, poco prima, fin là fuori da una vettura della direzione) , poi lo distese in un punto del cortile, sotto le finestre, in cui Angelo avrebbe potuto scoprirlo subito e tornò, camminando sulla neve (ecco perché le sue orme ricomparivano indietro), nel ritiro in cui doveva nascondersi per esigenze di copione, nella sua dimora solitaria da cui seguiva le vostre azioni sullo schermo in diretta.
Dopodiché il bambino venne sistemato in questa bella stanzetta, ad aspettare le fine del reality, mentre ingannava il tempo giocando con aggeggi elettronici rumorosi , mangiando dolci e guardando, da quello schermo posto in alto, le vostre spettacolari interpretazioni.”
Luigi continuava a baciare Serena che, nel frattempo, era rinvenuta. “Perché non mi hai avvertita prima? Quante sofferenze mi avresti risparmiato.”
Scusami se mi ero fatto creder morto, il fatto è che la mia famiglia, razzista, mi aveva vietato di incontrarti, perché non voleva che sposassi una donna di colore. Ma dopo, ci avevo ripensato e avevo deciso di cercarti e ritrovarti ad ogni costo. Solo da poco ti avevo raggiunta, grazie alle indagini che aveva fatto la direzione di questo reality, finanziate dal nostro canale televisivo.


Sia le cose da mangiare che ultimamente trovavi sulla tua strada, che e i soldi, te li sistemavo io di nascosto.
Il piccolino Marco, invece, era stato rintracciato qualche giorno prima, dopo mie ricerche estenuanti. Per esserne certo, anche se non serviva, ho fatto l’esame del DNA, poi l’ho riconosciuto legalmente, ora sono suo padre. Avremmo dovuto fartelo vedere tre settimane fa, nel corso della trasmissione in diretta:
Trova il caro tuo”,
quella condotta dalla brava e giovane Raffaella Carrà
e avremmo dovuto piangere abbondantemente tutti e tre, ma il direttore generale della rete mi disse di stare calmo, poiché preferì aspettare un altro po’e inserire, questo lacrimevole e struggente incontro, nel programma che si sarebbe tenuto, come poi avvenne, nella casa del Grande Castello in mondovisione.
In effetti, dicono, la raccolta pubblicitaria ha dato i suoi frutti, gli introiti sono stratosferici, è stata una grande mossa, molto strategica, gli indici di ascolto sono stati strabilianti, specialmente durante l’orgia (e qui Serena arrossì), dicono si sia toccato il picco dei sette miliardi di contatti.
Scappiamo di qui - urlò ad un certo punto qualcuno – la costruzione sta andando a fuoco, tra un po’ bruceremo tutti.”
Gli ospiti erano pronti a fuggire dal castello in fiamme e correre all’aria aperta. ”Ma non sarebbe stato peggio”, pensarono? In effetti sembrava che dovesse crollare tutto.
Invece Angelo, che era arrivato da solo e prima di tutti gli altri concorrenti alla conclusione, e aveva capito, da troppi segnali, che tutto quello che stava succedendo non poteva essere che uno scherzo televisivo, pieno di effetti speciali, sonori e luminosi.
Quindi era rientrato e s’era portato dietro, tenendolo alto, un vassoio strapieno di croissant caldi, del caffè bollente con latte, marmellata di pesche e albicocche, burro, buon miele e arance spremute: il tutto prodotto in casa. Nella casa del Grande Castello
Ma quali radiazioni? - rispose Angelo - qui è tutto un trucco cinematografico, si sono divertiti con noi, ci hanno fatto credere tutto quello che hanno voluto. Perciò calmi, calmi, ragazzi. Il fuoco si spegnerà da solo: i sistemi di sicurezza installati dalla direzione non permetteranno alle fiamme di continuare per molto.” Luigi annuì.
Quelli che si affacciarono dalla finestra del magazzino si accorsero di una piccola luminescenza che usciva dal fuoco. Dopo un po’ il rogo si spense e la parte diroccata del castello, che non era altro che un trucco scenico e cinematografico, tornò a splendere come prima.
E’ strana quella luce verde, Chissà come avrà fatto ad uscire dal falò?”
E’ l’anima del fantasma che infestava questo castello che se n’è andata per sempre.” Affermò Angelo con piacere veritiero.
Ugo assentì e rise beatamente e con soddisfazione, perché, più che pensare ai fantasmi, pensava agli indici di ascolto ed alle entrate pubblicitarie che gli stavano comunicando, attraverso i telefonini che teneva aggrappati ai lobi delle orecchie.
Avete consumato la colazione, ragazzi? Adesso, allora, usciamo tutti assieme per vedere - affermò ridendo, perché ormai era completamente rilassato - se è venuta la fine del Mondo prevista da quei burloni dei sacerdoti maya.
Con entusiasmo ognuno entrò nell’aria fresca della notte, che stava per finire, dopo essersi protratta quasi per un’eternità.




L’impatto con l’aria aperta fu meraviglioso, incantevole, la sensazione fu di quelle che si prova poche, rarissime volte nella vita.
Il cielo rappresentava un’immensa volta di stelle. A Serena, quella visione, ricordò gli affreschi di Giotto, visti nella grande chiesa di
Sant’ Antonio, a Padova.
In quel luogo sacro, la ragazza era stata a pregare il santo affinché le donasse il miracolo di tornare a vedere il figlio perduto. Ricorderà per sempre il brivido che provò, una volta dentro, nell’ammirare quella cupola blu, piena di luci d’oro, che brillavano e luccicavano, ad eterna gloria del Creatore e del suo Santo nome.
Ehi, ma stava proprio per schiarire, lì fuori. Incredibile! Siamo vivi!
Guardate, stiamo brillando – urlò Samuele, brilliamo nelle tenebre.” In realtà una certa luce, forse radioattiva, forse dovuta ai funghi che avevano mangiato durante le grandi libagioni, aleggiava sui loro corpi, al di sopra dei loro capelli.
Siamo come le lucciole “ disse qualcuno, e la sensazione che provavano era quella: piccoli, minuscoli, insignificanti insetti nell’oscurità e davanti al Mondo intero che li aveva scrutati per tutta la notte.
L’impatto con l’aria aperta fu meraviglioso, incantevole.
Continuò a risplendere, ancora per un po’, almeno fin che durò il buio, la grande Stella Polare, quella che ci indica la via, la stessa che ha sempre orientato, nei secoli, il cammino dei popoli. Senza il chiarore di quell’astro, la nostra civiltà non sarebbe stata la stessa.
Ma, allora, questa notte avremmo condannato un innocente, avremmo mandato a morire quello che noi tutti credevamo un assassino, anche se non aveva mai ammazzato qualcuno?” Si chiese Roberto, pensando a Gionni.
E’ questo l’errore che commettiamo quando vogliamo e pretendiamo inutilmente di farci giudici – rispose Pedro - il Giudice è uno soltanto e solo a Lui ci dovremmo affidare.”
Ugo, pur indaffaratissimo, intervenne nella loro questione: “non preoccupatevi per Gionni, lo rivedrete tra pochissimo negli studi televisivi, sta già parlando con Barbara e lo stanno festeggiando i suoi amici.”
Poi l’alba si impose in tutta la sua straordinarietà. Lungo la linea dell’orizzonte si potevano ammirare le luci che illuminavano Venezia … le campane iniziarono a suonare, perché tra poco si doveva andare a messa e, da queste parti, in Chiesa ci vanno tutti. Si sentivano quelle vicine e, distanti ma non meno confortanti, quelle dei paesetti lontani: il suono era dolcissimo.
Luigi, non più monaco ormai, guardò verso la grande luce che cacciava le tenebre, il suo lampeggiare e danzare in cielo la rendevano simile ad una vera e propria aurora boreale … e teneva dolcemente in braccio suo figlio, un bambino risorto dalla notte. Avvinghiata a loro stava Serena, la ragazza di ebano, nera come la Vergine di Czestochowa, che, abbracciandoli affermò: “fra tre giorni sarà Natale.”






Voci insistenti davano per vincitrice, alla prima puntata del Grande Castello, proprio la coppia Serena – Luigi, ma il ragazzo non poté concorrere, visto che era già a conoscenza delle regole del programma. I due innamorati si rifecero partecipando a tutte le puntate dell’altro show televisivo, quello condotto dalla Carrà al Sabato sera.


In base alle sue stesse dichiarazioni, effettuate in mondovisione (anche se non lo sapeva), Roberto venne arrestato per concorso in omicidio - oltre alla imputazione di banda armata e traffico di armi - e conseguentemente condannato a dieci anni di carcere, in merito alla vicenda del povero Giulio, il figlio dell’Onorevole democristiano Lazzari; non fu difficile risalire anche ai complici. Per l’ uccisione del magistrato Polentini, invece, riconosciuto come l’unico colpevole, venne condannato ad altri trentuno anni. Fu incriminato anche per l’assalto al giovane di estrema destra che era stato sprangato fuori dal cinema. Uscirà dalla casa della Grande Prigione nell’anno del Signore duemila e sessantuno.


Samuele venne incriminato e processato per il tentato rapimento del figlio del calciatore Strafazzi. Anche gli altri componenti della sua banda furono arrestati. Per il signor Ercole, invece, vennero aperte le porte del penitenziario, sia perché il magistrato inquirente (grande fan del reality) giudicò che era stato lui a decidere di riportare il povero bimbo nella sua casa, quindi si doveva considerare una attenuante alla pena, sia perché i termini della carcerazione era stati superati senza che nessuno, né i giudici né i questurini, se ne fossero accorti.


Di Pedro, fu notata la sua abilità nel trattare le persone e i fatti storici e politici. Venne contattato dall’Università Sorbona di Parigi, dove attualmente vive e insegna. E’ docente di Scienze storiche e filosofiche.






Ad Angelo, date le sue strabilianti conoscenze nell’arte del governo, venne proposto di pubblicare un saggio, ed ebbe un enorme successo. Divenne deputato al parlamento europeo ed ora è Ministro dell’Economia nell’attuale governo.


Kevin, che non voleva mai più tornare nella sua casa, fu introdotto dalla direzione in vari reality che si trasmettevano in giro per l’Europa e in America del Nord. Divenuto oramai un professionista, ne vinse molti.


Ugo è il nuovo Direttore della più importante rete televisiva del nostro paese.
Gionni fa il corrispondente dal Brasile per Canale Sette,
Infine, la prima stagione del Grande Castello, dal titolo: “La fine del mondo”, fu vinta
(musica celestiale, inno della gioia, Primavera di Vivaldi),
da Tatiana,
che conseguì anche una bella sommetta di denaro. Venne votata in maggioranza sia dal pubblico televisivo che dalla giuria interna, per lei fu un vero trionfo. La Repubblica di Vannonia (orgogliosa davanti a tutto il Mondo per questa sua meritevole concittadina) le offrì gloria e onori, più alcuni prestigiosi incarichi. Le fu chiesto di coprire la mansione, dapprima, di Magnifica Rettrice della più importante Università della nazione, successivamente di dirigere la più rilevante industria di Stato, poi di scegliere tra l’incarico di Primo Ministro con l’interim all’economia, infine di essere nominata, addirittura, Presidente della Repubblica. Le cifre in denaro vannone che le offrirono, oltretutto, superavano il prodotto interno lordo di nazioni come San Marino o il Liechtenstein.
Ma no, niente, la sindrome di Stendhal le imponeva di restare nel nostro paese. E qui restò per il resto dei suoi giorni.
Infatti, con la sommetta guadagnata nello show televisivo, comprò una tenuta al confine tra Toscana e Umbria, chiamò una trentina di sue belle connazionali, e aprì un centro benessere con piscine, saune, palestre, cavalli. I clienti corsero in quel paradiso terrestre, dove poterono sollazzarsi in massaggi, giochi erotici e altro con le bellissime ragazze vannone.
All’interno funzionava anche un attrezzatissimo sexy shop.


Tutti i concorrenti vennero incriminati per atti osceni in luogo pubblico, su denuncia del comitato popolare “madri europee contro l’indecenza”, ma la procura, visto che il fatto, cioè l’orgia, era stato commesso senza che gli orgiasti stessi sapessero di trovarsi in diretta mondovisione, ha dichiarato
TUTTI ASSOLTI … e lo spettacolo continua.


THE SHOW MUST GO ON
Signori…..la vostra avventura…..finisce qui.





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