Ho la felicità troppo esile
per farla gestire dagli altri,
è troppo sensibile
per il tatto di mani che non sono mie
ho la felicità che corre veloce, è di passo svelto
ma ha gambe magre
grissini di pane sul banchetto della terra,
basta uno scontro, un contrasto
per zoppicare i tragitti restanti,
non posso affidarla ad altri
inciampa nelle oggettistiche del mondo,
si lascia sbranare da chiunque
si offre in pasto al primo famelico
senza badarsi troppo,
devo nutrirla io, altrimenti
fosse per lei
sarebbe già morta per colpa della fame di tutti
sono fatto di fortissime
felicità istantanee
felicità fulminee
rapide
veloci
ma capaci solo di stare al passo mio,
non posso assegnarla a un altro,
morirebbe subito
senza la mia responsabilità
ho la felicità troppo delicata
per affidarla agli altri,
devo pensarci io a lei,
devo prendermene cura
solo io so l'orario dei suoi pasti
il punto di vista preferito del mare
dove accarezzare
e dove proteggere
gli altri possono giocarci
possono felicitarsi insieme
possono mettersi accanto a lei
possono ispirarsi
possono viverla a pieno
ma non possono toccarla,
non possono intristirla.
[gio evan]🌍
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