per non dare agli altri
l'occasione di pensare al posto mio
leggo per non farmi sottrarre le idee
per rinfrescarmi lo sguardo
per accorpare dentro
quante più vite possibili,
per non bastarmi, allargarmi di prospettive,
avere la possibilità di poter fare
riferimento a tutto
e infinire, infinire sempre
ero con Acabh
quando Moby Dick gli ha mangiato la gamba,
ero nell'Empireo assieme a Dante
quando San Bernardo lo preparò a Dio,
vengo dalla strada, con Kerouac
sono sopravvissuto al Titanic
e ho assistito alla condanna di Socrate
leggo per vizio di ingordigia
gioco con la moltiplicazione del pensiero,
leggo per fame del molto, spirito largo,
cuore vasto
e testa impreziosita
leggo libri per non farmi dire dagli altri chi sono,
per non farmi dire chi diventare
leggo per legge di meraviglia,
per amore di uno scambio equo di fantasie
e per vedere se mantengo lo stesso passo
con il cammino
di chi c'ha lasciato dietro un grande sentiero
leggo libri per salvarmi dalle parole di oggi,
per mantenere in vita gli alfabeti di ieri
per non diventare tutto Orlando e niente Ariosto
per non dimenticare la strada
di pensiero che c'ha preceduto
e per compararla al meglio con la mia
leggo per non lasciar denutrita la mia libertà
per rispondere alla guerra dichiarata dall'ignoranza
e per non far cadere in mille pezzi
la mia testa importante
e il mio cuore portante.
[Gio Evan]
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