Dicono “Narciso”
e pensano a uno specchio.
Ma io,
se mi guardi davvero,
ascolto il mio cuore.
Il mio respiro.
Mi chino sull’acqua...
un suono lieve,
un riflesso che vibra.
Le radici bevono silenzio,
i petali respirano vento.
C’è profumo di terra,
luce che scalda la pelle del giorno.
Il mio inchino non è vanità.
È amore.
È ritorno alla sorgente,
al respiro da cui tutto nasce.
Hanno frainteso lo sguardo:
non è superficialità,
è memoria di cielo
che vive nella terra.
Osservano.
Parlano.
Ma non sentono.
Non vedono le foglie tremare
quando passa la pioggia.
Perché ridurre un’immagine
che non mi appartiene,
quando dentro ho
mondi interi?
Sboccio.
Fragile e forte.
Senza cercare occhi,
senza cercare applausi.
Ogni stelo racconta chi sono
ciò che spesso nessuno vuole vedere.
Eppure parlano di me
come fossi un simbolo,
non un essere che sente,
che respira,
che ama.
Forse è lì
che molti hanno smesso di fiorire:
quando hanno dimenticato
che guardarsi con dolcezza
è un modo per amare il mondo.
Io esisto.
Respiro.
E in questo respiro,
senza specchi,
sono me stesso...
un fiore che sboccia,
fragile e forte,
il mio nome è: Narciso. 🌼
B.🌹
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