giovedì 10 novembre 2022

 Dicono sia un mio difetto quello di dimenticare il male che mi è stato fatto. Che non è affatto un pregio quello di lasciar andare via dai miei ricordi i traumi subìti, le spinte ricevute, i dolori che gli altri avevano da regalarmi, le loro maleducazioni.


Mi dicono che se dimentico i danni subìti poi tendo ad accoglierli nuovamente, ad affogare nello stesso male, e ricadere per sempre nelle stesse e identiche dinamiche.

Ma il mio cuore non è un pesciolino rosso.


Dimentico uno strazio perché dentro di me non trova spazio comodo in cui adagiarsi. Dimentico un torto perché non riesce ad andare a tempo con il mio respiro. Dimentico un'aggressione subìta perché non si abbina per niente ai colori della mia attitudine.


Dimenticare non vuol dire privarsi dell'esperienza fatta. Vuol dire togliersela dalla mente, vuol dire non accettare la compagnia spregevole di quei pensieri. Dimenticare vuol dire non lasciare che i comportamenti errati degli altri entrino a far parte del nostro carattere. È questa la sua origine latina, dementire, ovvero privare a quel pensiero doloroso la libertà di poter entrare ed uscire dalla nostra mente.


Ricordare invece è composto da re e cordis. Ricordare è tornare indietro con il cuore.

E io con il cuore, indietro, 

ci torno solo per chi mi merita.


[gio evan] 🌍


grafica Kriez


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