domenica 29 giugno 2025

Due candele calde


Lascia che sia la luna ad illuminare la tua pelle, 

il tuo profumo si espande al velo di un cielo stellato, 

i tuoi occhi sono due candele calde dalla luce sensuale, 

le mie mani sul tuo corpo scorrono a cercare petali sensibili...

Un sogno il tempo che scorre sulle mostre Anime 


Arturo Tricarico ☀️ 

sabato 28 giugno 2025

"Quello che non si é detto"




di * Panta Rei *


Era tornata a settembre, come la luce obliqua sulle finestre chiuse da troppo tempo.


Nessuno glielo aveva chiesto, nemmeno lui. Ma alcune assenze sanno come tornare senza bussare.


La trovò sulla terrazza del vecchio albergo in collina, dove anni prima si erano tenuti lontani con la goffaggine dei primi sguardi, e poi avvicinati con la furia muta dei corpi che non vogliono più spiegazioni.


Lei era seduta, un bicchiere tra le dita, i piedi nudi sul marmo tiepido.


Il sole stava per calare e il vento le sollevava i capelli come dita curiose.


«Non ti aspettavo più,» disse lui.


Lei non si voltò. «Non aspettarmi. Non serve.»


Lui si sedette accanto senza parlare. Bastava esserci.


C’era in quell’aria un odore di fichi maturi, terra calda, resina. L’odore dell’estate che muore, senza fare rumore.


Le sere di quel settembre passarono lente, come dita su una pelle che ricorda.


Non si dissero molto. Parlavano con i gesti: una camicia sfiorata per sbaglio, un bicchiere condiviso, una risata trattenuta.


Lei dormiva nella stanza accanto, ma lasciava la porta socchiusa.


Lui non entrava mai. Ma si svegliava spesso.


E la immaginava lì, avvolta nel lenzuolo, la spalla nuda contro il cuscino, il respiro profondo e irregolare come quello delle onde che si ritirano.


Una notte lei si alzò.


Entrò nella sua stanza senza dire nulla.


Si fermò ai piedi del letto.


I loro occhi si cercarono nell’ombra.


Poi si sdraiò accanto a lui, senza toccarlo.


Rimasero così, immobili, come due amanti stanchi, o due naufraghi.


Quando lui le sfiorò la schiena, lo fece con la cautela di chi ha ancora fame ma conosce il sapore dell’addio.


Non fu una notte di gesti esplosi.


Ma di respiri accostati, mani ferme, corpi che si ritrovavano come pagine lasciate a metà.


E nel buio, più che la pelle, ardeva ciò che non si era detto.


Il mattino dopo lei non c’era.


La stanza era vuota, il letto appena sfatto, il profumo della sua pelle ancora sospeso nell’aria, come l’ultima nota di una musica appena svanita.


Sul tavolino, accanto alla tazza di caffè rimasta piena, un biglietto scritto a mano:


  Non serve tenersi quando ci si è avuti così  

  tanto.


Non tornerò. Ma nemmeno sarò mai del tutto via.


Ti porto addosso. Come la pioggia d’estate. Come un’impronta sulla pelle che non se ne va.


Non la rivide più.


Ma ogni tanto, nei giorni di vento tiepido, sentiva quell’odore — fichi, resina, pelle — e sapeva che era lei.


Non nella memoria. Ma altrove.


Dove si posano i sogni che non si dicono.


E capì che l’amore non finisce.


Si ritira, come la marea, lasciando conchiglie sulla sabbia.


E che il corpo ricorda più a lungo della mente.


Ricorda anche quello che non si è fatto.


Soprattutto quello.


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Frammento da un taccuino interrotto


I giorni che non viviamo sono quelli che scrivono più a fondo.


Le parole che non diciamo, le carezze trattenute, gli sguardi che si spezzano prima di toccarsi.


Esiste un tempo che non torna,


ma che ci abita per sempre.


Questo non è un racconto compiuto.


È solo il bordo di qualcosa che arde ancora — da qualche parte.


Forse era amore.


Forse solo settembre.


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Questo testo proviene da un manoscritto non concluso, ritrovato fra carte sparse, come una lettera mai spedita o un sogno interrotto.  


È stato lasciato in questa forma per rispetto al silenzio che custodisce.


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Il titolo atteso

 



"Nessuno conosce il cielo di domani; nessuna riga di giornale può prevedere la data per scrivere il titolo più bello... Ciò che eravamo quando vivevamo sospesi nei giardini  dell'innocenza, forse, è solo un ricordo lontano. Ma c'è la possibilità: potremmo essere  entità di luce che danzano nel tempo, o forse, solo uno spiraglio di sole che illumina l'inverno dell'anima. 

E nonostante tutto, il cuore continua a danzare nel respiro della parola "PACE" poiché, questa è ancora 

l'unica verità che conta: 

farne il titolo atteso."



Brunetta Sacchet🌹

A corte

 



"In un'epoca passata, esistevano le cortigiane, donne abili nell'arte della seduzione e della dissimulazione, capaci di essere candide e di sporcarsi quando necessario.

I tempi cambiano, le mode si susseguono, e i nomi delle cose si trasformano, ma certi personaggi non vanno mai in pensione... 

Anzi, prosperano, e le trovi ovunque, anche sui social, 

luoghi dove alcuni  si credono re, ignari delle trappole che lo circondano."

Anna By 🦋 

Cose cosi



Per lui

ho tradito l'amore, 

l'amore 

ha tradito lui,

lui e l'amore 

hanno tradito me...


Anna By 🦋

venerdì 27 giugno 2025

Semplice pausa




Cerchiamo amore ogni giorno. Lo cerchiamo nelle altre persone 

e ci aspettiamo che ci inondino del loro amore e siamo delusi 

quando non lo fanno. Ma non è nelle altre persone che dobbiamo 

cercarlo, è lì, lo troviamo guardandoci allo specchio. 

Sei importante, speciale e amata anche quando la tua mente 

ti dice che non lo sei. A volte chiediamo al mondo una pausa 

quando in realtà è alla nostra mente che dovremmo chiederla. 

elisamazza

Oggigiorno



Riuscire ad amarsi

oggigiorno è 

impresa impossibile. 

Tutto è 

tagliato e indossato, 

anche mentalmente, 

secondo cliché 

ben determinati e guidati.

È la consapevolezza

di sapere 

e non poter far nulla, 

quella che più ti trascina 

nel dolore: 

è la sensazione 

di inutilità  che ti assale 

e ti obbliga all'attesa. 

elisamazza 27 giugno 2021

Incantesimi




M’incanta da sempre: 

quell’idea di un fluire perpetuo, privo d’ancoraggi, in cui ogni forma si trasforma. Scrivo unicamente per il diletto di lasciare impronte segrete nel mio stesso abisso. Non cerco d’essere notata: mi basta amare e svanire, come un fiume che scivola muto verso il mare.🌹

mercoledì 25 giugno 2025

Impressioni di una notte




Eppure il cielo è così stellato, a tratti pure luminoso che, guardandolo non si può  fare a meno di chiedersi come è  possibile che sotto un cielo così possano vivere uomini senza pace.

Ma ecco, si è alzato un venticello leggero nel bosco e gli alberi parlano piano con le foglie.

Non ho capito cosa si dicevano, ma sono sicuro che raccontano  storie di cose gentili, di quelle che oggi  purtroppo non si sentono più. 

La vera fortuna è sempre  quella di riuscire a percepire tutto. 

La sfortuna pure è quella di  dover sentire troppo.

Forse i sognatori non guariranno mai..

Ma aggrapparsi con forza alle piccole  cose aiuta sempre a non cadere nella cupa desolazione.


(Carlo Alberto Polverini)   

- impressioni di una notte

Musa



Usa un velo scuro, fissa i tuoi sogni a mo di stelle e poi fai sì che il tuo sorriso sia bello come la luna in una notte dal cielo puro ...

Arturo Tricarico ☀️

domenica 22 giugno 2025

Quieto sospirare





Contro la retorica del " vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo, non mollare mai, volere è potere", rivendico il diritto allo struggimento, alla malinconia e all' inquietudine.

Alla fragilità,e alla contraddittorietà. 

Alla complessità.

Alla resa e pure all'oblio...

Ho il bosco e il mare negli occhi, l'infinito nel sorriso.

Del solstizio mi affascina l'etimologia, il fermarsi del sole.

Il quieto sospirare al confine di tutte le cose che diamo  per scontate.

Carlo Alberto Polverini 


             

mercoledì 18 giugno 2025

Non siete voi il problema




È che la vostra libertà disturba chi vive incatenato.

La vostra presenza è uno specchio,

e non tutti hanno il coraggio di guardarsi dentro.

Ad alcune persone non piacerete mai.

Non importa quanto amore mettete in ciò che fate, quanto rispetto portate nel mondo.

Il vostro spirito – libero, integro, indomabile –

irriterà sempre i loro demoni.

Perché avete scelto la coerenza invece dell’applauso.

Perché quando tutti seguivano la corrente,

voi avete preso il largo, anche soli, anche controvento.

Perché non vi siete lasciati plasmare.

Perché avete avuto il coraggio di dire “no” quando il mondo vi chiedeva di dire “sì”.

Perché avete resistito quando era più comodo cedere.

E avete scelto di pensare con la vostra testa,

in un tempo in cui pensare è considerato un atto sovversivo.

Non adattarsi diventa una colpa.

Essere liberi diventa una minaccia.

Restare se stessi è un atto di guerra pacifica.

Ma non cambiate.

Non abbassate il tono per non disturbare.

Non smussate gli angoli per entrare in forme che non vi appartengono.

Siate fedeli alla vostra missione, anche quando vi costa tutto.

Anche quando vi sentite soli.

Chi ha dentro il fuoco lo riconoscerà.

Chi ha conosciuto la lotta vera vi capirà.

E chi ha l’anima in pace, vi difenderà.

Non è per tutti.

Non siete per tutti.

Ma siete per chi sa vedere oltre.

E questo basta.


S. Alicata 

Potrei




Potrei vivere arrabbiata con la vita, per ciò che mi è toccato vivere.

Potrei serbare rancore fino alla fine, per le volte in cui mi hanno ferita senza che lo meritassi.

Ma vivere così... è forse vivere?

Io ho deciso di accettare ciò che non posso cambiare.

E ringrazio la vita per ogni lezione e per tutto il bene.

Ho deciso, dal profondo del mio cuore, di perdonare

per non portare il risentimento con me per tutta la vita.

Ho deciso di dimenticare per poter andare avanti.

Perdonare me stessa e non aspettare scuse che per me ormai non erano più necessarie.

Ho deciso di guarire dentro

per poter vivere.


Dal web

Transizione




È in atto un urlo di chiamata all umana Coscienza.

Ormai siamo tutti coinvolti nella transizione che non è altro che un viaggio da un luogo esistenziale ad un altro.

I veli sono caduti e non si può più non vedere. 

Questo comporta un carico emozionale enorme e non è più possibile nasconderlo, diventiamo tutti come un cristallo di rocca. 

È un passaggio intenso, non semplice che non possiamo fermare; quello che deve accadere accadrà e sarà vicino alla Verità che sei.

-Web.

martedì 17 giugno 2025

Sole


Il sole sta scuotendo ogni cosa.Questa tempesta la sentiamo dentro, siamo sincronizzati col sole, questi fenomeni geomagnetici carichi di energia influiscono su di noi e le nostre reazioni emozionali sono direttamente proporzionali a quanto ne siamo consapevoli per essere costruttive o distruttive. Per questo non dobbiamo aver paura a lasciare andare ciò che diventa un peso e non sopportiamo più.

Anche se delicate non sono, queste energie ci stanno purificando profondamente.

Sentire dentro tutto il peso del mondo vuol dire anche trasmutarlo; non è un sogno, è reale. Siamo forti, dobbiamo, con amore, sempre!



A.& G.







 






P. D. F.📝

sabato 14 giugno 2025

C.& M.





 



Lei




Lei aveva negli occhi quel trucco del mare che si ritira.

Quell'ultima volta...

Quell'ultimo istante...

Come quel grande Amore che ti inonda l'anima.

E accade così quella cosa per cui la vita si divide in due: ed è  lì che cominciano a esistere un prima e un dopo. 

Per quei due, fu uno sguardo...

Ma la più  grande solitudine è il dimenticare.

Perché non è mai veramente solo, chi da solo, ricorda.

       (Carlo Alberto Polverini)

Viene con lo Zefiro




...l'eco dei passi.  

Quelli,

tra dune danzanti

su colline in fiore

Quelli, 

scivolosi in pendii di boschi, 

per sentieri incrinati.

Quelli,

arditi nelle sfere del pendolo

in onde di eternità 

Quelli,

morbidi di sabbia ai bordi di maree, asciutti di vita,

l'eco questo canta

Sono nel vento

le impronte dei passi,

cone petali,  

verranno sparsi: 

e tu, li riconoscerai...


Brunetta Sacchet 🌹

Aceto in calice d'argento




In un tempo in cui anche i santi si fanno la permanente

e i martiri chiedono l’anticipo dell’eternità,

parlare dell’anima è diventato un atto sconveniente.


Non si legge più per fame di verità,

ma per indigestione di opinioni.


Il testo che segue non salva, non redime, non assolve:

semplicemente si confessa –

come un parroco ubriaco,

come una santa in disarmo.


È la testimonianza scomoda di chi ha smesso di aspettare l’epifania

e ora conta i secondi

tra un’illuminazione storta e l’altra.


Chi cerca consolazioni, si fermi qui.

Chi cerca vesciche sul cuore, avanti.


---


Scartafaccio esistenziale


Le mie facoltà inventive si sono dissolte

in una quiete sacrilega.


La fantasia si è messa l’abito da lutto

e ha chiuso le persiane.


Persino leggere mi pare

un masticare ostie insipide.


Ogni frase: una comunione sconsacrata.


Quando si è svuotati dello spirito,

anche l’eco diventa un ladro domenicale.


Con chi si può ancora dialogare?

Il mondo pullula di soliloqui a voce alta.


Il confratello del narcisismo

sfoggia cronografi come reliquie

e maledice il Sud come fosse una bestemmia in controluce.


Narrazioni da calendario liturgico dei dementi:

la vegliarda che prende la Circumvesuviana

per votare al referendum del '74,

convinta di salvare il divorzio e la patria.


(Povera patria. Più che salvata, è stata messa sotto naftalina.)


Si crede profeta,

ma è un cherubino in esilio,

con le braccia da sergente e l’anima in saldo.


Leggere le sue epistole rivoluzionarie

è come inciampare in un incensiere spento:

fa fumo, ma odora di muffa.


E poi ci sono le epifanie epidermiche.

Beatitudini pelviche.

Rivelazioni da sagrato d’inguine.


Gambe come reliquie da processione,

versetti in stampatello da lapide estiva.


  “Mi sono concessa la rivelazione delle ginocchia.”


Una liturgia della carne senza liturgisti.


Ma subito giungono i catechisti del sospetto:


Interrogatori da sagrestia,

con l’alito d’incenso vecchio.


Rispondo con la pace dei giusti:

“Magari vi interessa ciò che scrivo?”


Ma nulla. Silenzio. Solo candele spente.


La risposta è un salmo offeso:

“Siete tutte uguali. Prima tentatrici, poi martiri.”


Questi sono i nuovi mistici,

che vedono apparizioni in ogni rotula.


Io, invece, ricevo saluti in busta chiusa:

“Buongiorno”, “Buonasera”,

con Madonne incollate

e catene da frati perduti.


Nessuna poetessa che mi scriva:


  “Che grazia sei,

ti trasfigurerei in versi.”


Niente.

Solo silenzio angelico.

Forse porto sfortuna spirituale.


O puzzo d’incenso acido.


E le perle? Sempre ai porci.

Che masticano con denti da ostensorio

e sputano con zelo liturgico.


Chiudo qui,

dal mio fuso mistico sballato,

tra litanie di vetro e stanche benedizioni.


Vado a tentare il sonno,

se l’angelo dell’oblio vorrà posarmi le ali sulle tempie.


A voi,

un buongiorno liturgico.


---


Nota – Benedizione velenosa


Questo testo non ha nulla a che spartire con esseri umani, santi o peccatori.

Non vi somiglia? Bene.

Vi somiglia troppo? Peggio per voi.


È solo una piccola eresia privata,

scritta con le mani giunte

e lo sguardo rivolto a sud,


verso un altare

che nessuno pulisce più.


Io, per parte mia,

mi ritiro in silenzio,


col sorriso sghembo di chi sa

che l’unica salvezza è

non cercarla mai troppo sul serio.


* Panta Rei *


---

giovedì 12 giugno 2025

Viaggiare




"Ogni volta che mi entusiasmo per un nuovo viaggio, mi rallegro perché la mia anima è sempre pronta a scoprire e non si arena mai"

Brunetta Sacchet 🌹

domenica 8 giugno 2025

Non smettono di inseguire




Lasciateli stare, i sognatori come me, quelli che passano ore e ore a immaginare tutto ciò che è irrealizzabile. 

Quelli che si attardando sulla spiaggia soltanto per ascoltare  la voce del mare...

Quelli che insistono a incollare  i frantumi di un intero irreparabile, e non smettono mai  di inseguire un cuore  irraggiungibile.

Coloro che, s'innamorano degli squarci per non smettere  di amare ciò che è  insopportabile. 

Tra i frammenti di bellezza, non cerco il trucco, voglio scoprire la magia.


      (Carlo Alberto Polverini)

Nel frammento, l'abisso






Promettere era una forma di cristallo

che non reggeva il calore.

Si scioglieva tra le mani

prima ancora che il senso prendesse parola.


Le frasi cadevano —

non come lame,

ma come piume bagnate

che non sanno più volare.


Cercavo una verità che non abbagliasse,

una fenditura nella pietra

da cui filtrasse solo ombra.

Non volevo essere salvato:

chiedevo un amore

che mi ferisse con garbo,

che mi lasciasse il segno

senza la presunzione di guarire.


Nel frastuono, ho imparato l’eleganza del silenzio.

Il modo in cui una bocca si chiude

può essere più onesto

di mille dichiarazioni scintillanti.


La gentilezza è un’arte minore,

una nebbia che si posa sulle rovine

senza mai chiedere attenzione.


Scrivo ancora —

non per dire,

ma per ascoltare cosa resta

dopo che tutto si è detto.

Scrivo come chi raccoglie

vetri infranti sulla battigia

e li chiama reliquie.


Cammino,

senza orizzonte,

nel relitto della mia voce.

Là dove l’abisso non inghiotte

ma accoglie.

Dove il frammento

non cerca di tornare intero.


* Panta Rei *

Un bel risveglio



Il sole, quel magico artigiano del mattino, che dipinge il cielo  con pennellate dorate, trasformando i nostri risvegli  in magnifici momenti di meraviglia. 

Con quei raggi, che in questo mese, illuminano fino a tardi  e regalano una visione onirica  e  diversa di tutte le cose.

Perché ogni giorno c'è chi lascia il segno, ma senza  fare rumore 


     (Carlo Alberto Polverini)

venerdì 6 giugno 2025

Mondi invisibili



Soltanto la nostra anima conosce quelle rotte invisibili laddove vanno a finire tutte le nostalgie del mondo...

Ed ogni onda del mare è una promessa per tutto ciò che è  stato, prima vissuto e poi  amato, non va mai perduto  definitivamente...

Credo che l'arte nel vivere si possa riassumere nel lottare per dare ad ogni attimo quel pizzico di emozione che valga ancora la pena di ricordare...

Si narra che di notte il mare racconti le fiabe per cullare il sonno dei pesci, che nessuno possa sentire la sua voce  tranne il vento che ne trasporta le sue onde ...

Ma forse solo le nuvole sono le palpebre di un cielo ad occhi chiusi che si è perso ad immaginare mondi invisibili, come sanno fare soltanto i poeti, i bambini o le stelle.

.

     (Carlo Alberto Polverini)

giovedì 5 giugno 2025

"Cime Tempestose"




"Quanto vorrei essere all'aperto... vorrei essere di nuovo fanciulla, un pò selvaggia e spavalda, e libera... capace di ridere. |..| Sono sicura che sarei di nuovo me stessa se fossi per una volta tra l'erica su quelle colline.. Spalanca di nuovo la finestra, lasciala aperta!"

 Emily Bronte.

martedì 3 giugno 2025

E poi un giorno

 


2 giugno  2025, ti stufi della realtà, ma poi ti accorgi  che la realtà si era già stufata di te, molto tempo prima...Devi solo abituarti a tutte le cose che ti fanno paura.
Poi le combatti, è come conquistare qualcosa di assolutamente astratto.

È strano proprio come sia  l'effimero a incantare i pensieri, che si ripetono senza fine e sempre uguali nella mente.  Forse è perché non esiste nulla di più indimenticabile dell 'attimo che scivola via.

Ma il vero problema è che nessuno ferma la vita, né  per farti scendere, né per farti salire...

        (Carlo Alberto Polverini)

lunedì 2 giugno 2025

A te che mi leggi



Hai scelto la lettura come si sceglie una fedeltà: non per capriccio, ma per necessità silenziosa, la tua mente attenta porta già l’eco di una voce che sa restare. Leggere con costanza, anche quando il testo respinge, è una forma di coraggio delicato. Non è meno nobile di scrivere. Anzi: è più raro. Se a volte i miei testi sembrano rivolti altrove, è perché spesso rispondono al vuoto, o lo interrogano. Tu, però, li accogli senza forzarli. 

Li lasci posare. Questo è capire. Questo tipo di lettura non fa rumore, ma resta. Come un profumo leggero, in una stanza ormai vuota. 

🌹

domenica 1 giugno 2025

Frammenti d'invisibile




Ho letto libri che mi hanno formato, ora leggo poco, leggo la gente.

Amo leggere la gente è come sfogliare pagine scritte col fiato.

Niente titoli, solo sguardi che confessano più di quanto vorrebbero.

Ogni volto, un frammento di narrazione — incerta, viva, irripetibile

Per leggere ancora l’invisibile. 

🌹