I
suoi occhi me lo raccontano tutto, lo strazio di quelle ore, l’
ansiosa trepidazione … povero giovane, dolce, ingenuo.
Fissavo
intensamente quella immagine sopra la mia bancarella, i suoi colori
erano il bianco e il nero.
Caro
nonno Angelo, volevi farci credere di essere felice lì in mezzo, tra
milioni di ragazzini di tutto il mondo che s’ammazzavano (invece di
lavorare, creare, inventare, pregare, studiare, giocare, fare
l’amore), poveri giovani come te che si odiavano terrorizzati,
senza conoscerne il perché.
Eri
proprio uguale al mio bambino e io ti sto osservando, adesso, in
quella foto di cento anni fa e vedo che hai la stessa identica faccia
di mio figlio, nato da poco, ciò mi rende ancora più triste.
Ti
eri fatto fotografare mentre facevi la guerra e pensavi, pensavi …
chissà a cosa pensavi.
Io,
adesso, conosco già come sarebbe stato il tuo avvenire: ti saresti
salvato da quel conflitto immane dove perirono in molti, avresti
vissuto fino agli anni sessanta del ‘900 e avresti visto il futuro
… ma, prima, ti sarebbe caduto un figlio, giovane di vent'anni,
in un’altra sciagura, in una orribile seconda guerra mondiale,
perché’ la prima non bastava a questa bestia chiamata uomo.
Tuo
figlio affonderà e annegherà.
Nel
1944, a bordo di una nave maledetta.
Tu,
però, non conoscevi ancora nulla del tuo destino e, sul retro della
foto scrivevi: “Cara Angela, sono al fronte e penso a te.”
Già,
il fronte: eri al Piave a combattere la tua battaglia sul montello,
giorni e giorni di viaggio terrorizzante per raggiungere il nemico e
ti sembrava che la nonna fosse lontana, irraggiungibile, in un altro
pianeta.
Oggi,
dal casello autostradale di Treviso Nord, uscita per il Montello, a
Venezia, dove stava la nonna ad aspettarti, ci impiego dodici minuti.
Se
esco da casa per andarci a comprare il vino buono che fanno da quelle
parti, mia moglie nemmeno se ne accorge e, quando, al ritorno, gliene
offro un ombra mi dice:”figo ‘sto vino, l’hai comperato dal
Gigi qui sotto?”
Tutto
è ormai cambiato nel nostro Mondo ora, ma lo sguardo che avevi in
quella foto, più lo osservo e più vedo che è lo stesso che ha mio
figlio: anche lui, spesso, si chiede quale sarà il suo destino.
Tu,
allora, sparavi ai crucchi tedeschi mentre, adesso, siamo tutti
fratelli d’una grande comunità europea.
Combatterà’
un’altra guerra mio figlio?
Sono
almeno cinquemila anni che gli uomini combattono e si ammazzano in
continui conflitti, se riuscissimo a non farlo fare ai bambini come
lui, ai suoi compagni di classe delle elementari, ai suoi coetanei
variopinti del resto del’umanità, saremmo già noi, la nostra
generazione, eroi agli occhi di Dio.
“Quanto
vuole per questa foto?” mi chiede l’avventore del mio mercatino.
“Non
è in vendita, caro amico, questa è mia, personale. Le altre foto
vengono otto euro le piccole, dodici le grandi.”
“Così
tanto?”
“Eh
sì,valgono moltissimo: hanno tutte almeno cento anni.”
Pier
Angelo Piccolo
Niagara
Falls On
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