La tua testa è pesante, una cassa
nera e rettangolare
degli anni ‘90: pulsa
di pensieri. Non pensare
che la vita sia domani, la tua vita
è adesso. Digerisci
i giorni passati, i ricordi
e le crepe
lascia che diventino
rughe risolte. Vivi
di quattro ali, libellula.
Immagina
metti due dita sul fegato
(senti)
e quando è ora
buca, avvita: entra
con una mano svuotalo di rabbia,
i tuoi occhi vedranno
meno ingiustizie. Chiedi all’angelo
della calma, del coraggio
della tenerezza
di tornare a casa, nella tua carne. E
se non avessi capito, rallenta
le paure ti seguono
come bambine che hanno perso una madre: voltati
e invitale
a sedersi con te.
A. B.
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